Mario

"Io dovevo essere il primo, dovevo dare l'esempio."

Appena ho ricevuto la chiamata che Treviso era diventata zona rossa, non vi nascondo che i primi secondi mi è crollato il mondo addosso immaginando di dover fin da subito invitare la mia comunità a rimanere chiusa in casa, a non perder la calma, a rispettare le regole, partendo da me stesso. Io dovevo essere il primo, dovevo dare l'esempio nell'essere determinato nel far rispettare le regole, ma allo stesso tempo tenere un atteggiamento che potesse tranquillizzare la mia comunità, dal momento che vivevamo un bivio tra paura e dubbi e serviva anche un incoraggiamento.

Io credo che si riesca ad attraversare un fiume se si vede la sponda dall’altra parte, se c’è la consapevolezza di poterci arrivare senza che la corrente rischi di trascinarci lontano. È stata una dura prova per me e credo di averla gestita bene. Sono riuscito a farlo grazie a una squadra, grazie anche all'atteggiamento che da subito la mia comunità ha assunto: mi sono sentito ascoltato, rispettato e ho avvertito molto la fiducia della gente. Un sindaco non deve lavorare con la paura del giudizio altrui, ma con la convinzione che avendo lavorato e studiato, la decisione presa sia la migliore per la comunità.


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